Era una notte d'estate, lui suonava a orecchio un vecchio pianoforte, mentre una donna rideva a crepapelle e mi faceva arrabbiare perché non riuscivo ad ascoltare la musica. Portavo lui sulla palma della mano (gli avevo pure regalato lo strumento alcuni mesi prima), perché mi aveva amato tanto e specialmente ogni volta che avevo avuto bisogno di conforto. Sembrava sguaiato ma non lo era, forse i suoi capelli ormai bianchi e ricci gli davano un'aria così, oppure era quella mosca sul suo mento? In realtà era bello, bello dentro e fuori e destava in me un sentimento che mi faceva sentirmi da Dio! Sicuramente era la persona a cui avevo amato di più. Lui e mia madre mi adottarono quando avevo dodici anni, un'età difficile. La mamma era morta tre anni dopo, ma lui ebbe cura di me come se io fossi il regalo più prezioso della sua vita. Io gli regalai il pianoforte perché lui non aveva mai avuto i soldi per comprarne uno. Lo spendeva tutto in me. Questo era AMORE vero!